traumi infantili possono orientare il bambino verso la formazione di fantasie sessuali perverse
Nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, nelle scorse edizioni, i disturbi parafilici venivano spesso assimilati a qualsiasi comportamento sessuale inusuale.
Nella foto, una diga che condiziona il flusso dell’acqua: Come una diga sbarra il naturale flusso dell’acqua, così un blocco al naturale fluire del bambino nelle sue fasi di crescita, modifica il corso del suo sviluppo, alterando la sua natura sessuale
Nel Diagnostic and Statistical Manual – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) 5 è indicato per la prima volta che le persone con desideri sessuali atipici non hanno un disturbo mentale. Normalità e patologia. Per essere diagnosticato, un disturbo parafilico (fantasie, perversioni sessuali), è necessario che un particolare interesse sessuale comporti almeno uno di questi tre elementi:
- Un disagio psichico all’individuo. Il desiderio perverso è vissuto con angoscia, a prescindere dalla paura dall’eventuale
disapprovazione sociale, - Ferite o la morte di un’altra persona;
- Oppure il coinvolgimento di altre persone incapaci di dare un valido consenso (minori, persone interdette e comunque
incapaci di intendere o di volere, o coinvolte a loro insaputa.
Per sottolineare il confine tra un desiderio sessuale atipico e un disturbo mentale, gli esperti hanno ridefinito alcune fantasie/perversioni. Il capitolo sulle parafilie (perversioni sessuali) comprende otto condizioni:
- Disturbo esibizionistico; esposizione dei propri genitali ad estranei non consenzienti e in situazioni inappropriate.
- Disturbo feticistico, feticismo sessuale. L’attenzione sessuale è spostata da una persona verso un feticcio, ovvero una parte del corpo (es. piedi, gambe, glutei), un oggetto inanimato che può essere: indumenti e abbigliamento intimo (es. gonne, calze, scarpe, mutande, reggiseni, etc.) o qualsiasi altro oggetto inanimato (occhiali, capigliature, etc.).
- Disturbo frotteuristico, consistente nell’impulso di toccare e strofinarsi contro persone non consenzienti.
- Disturbo pedofilico, la preferenza sessuale avente per oggetto bambini e neonati e comunque prepuberi.
- Disturbo da masochismo sessuale. Il masochista è una persona che prova piacere nell’essere percosso o umiliato prima e/o durante l’attività sessuale. Wilhelm Reich (masochismo sessuale) dimostrò che il masochista non cerca il dolore e l’umiliazione, ma l’eccitazione sessuale. Il piacere nel masochista non trae origine dalle percosse e dalle umiliazioni, ma dall’eccitazione sessuale, che succede alle percosse e/o alle umiliazioni.
- Disturbo da sadismo sessuale, l’eccitazione sessuale è condizionata da fantasie, impulsi o comportamenti violenti che provocano sofferenza o umiliazione.
- Disturbo da travestitismo, l’eccitazione sessuale è provocata da fantasie, desideri o comportamenti, derivanti dall’indossare indumenti del sesso opposto.
- Disturbo voyeuristico, caratterizzo dall’atto di guardare o spiare persone seminude, nude, intente a spogliarsi, oppure impegnate in pratiche sessuali per ottenere eccitazione e piacere sessuale.
Secondo una visione psicodinamica, il bambino è definito da Freud perverso polimorfo. Perverso in quanto ricerca il piacere senza alcuna finalità riproduttiva, polimorfo, poiché ricerca il piacere attraverso vari organi e tramite diverse zone erogene, inoltre riceve gratificazione edonistica sia dal contatto col padre che con la madre. Dalla nascita, il bambino segue fasi di sviluppo psicosessuale che si concludono con la fase genitale.
Secondo Freud, il primato genitale poggia le sue fondamenta sulla base della sessualità pregenitale, caratterizzata da fantasie perverse. Nel periodo pregenitale la pulsione sessuale è indipendente dall’oggetto (per oggetto si intende una persona); inizialmente la pulsione riguarda il corpo dello stesso bambino (es. bocca nella fase orale). Nella fase edipica la pulsione sessuale è dipendente dall’oggetto. La fase genitale, (individuo capace di amare e di lasciarsi amare), inizia con la pubertà e accompagna l’individuo per tutta la sua vita, attraverso un percorso incessante di crescita e maturazione. Nel primato genitale di una persona resta sempre sullo sfondo la perversione infantile (orale, anale, fallica-uretrale). Esiste una stratificazione rappresentata da eventi traumatici, di diversa intensità, che spinge l’individuo adulto ad una sessualità intrisa di regressioni a fasi precedenti quella genitale.
Secondo la psicologia dell’Io, anche in persone sessualmente mature che hanno rapporti completi, è presente l’eco di fantasie erotiche pregenitali, un substrato di pensieri fantastici ed erotici perversi come ad esempio il sadomasochismo e il feticismo. L’aspetto patologico riguarda una fissazione tale da soddisfare se stessa, una pratica sessuale esclusivamente perversa che evita il coito. La perversione è contrapposta alla nevrosi. Nella nevrosi è attivo un compromesso tra impulso dell’Es e divieto del Super Io. Nelle perversioni non c’è simbolizzazione, le fantasie dall’inconscio passano direttamente alla parte cosciente, per questo motivo è definita, in termini di patologia, più grave di quella nevrotica. Secondo la psicanalisi di orientamento lacaniano, Massimo Recalcati parla di angoscia di castrazione, data dal desiderio sessuale verso il genitore di sesso opposto nel corso della fase edipica. Tutto ciò che pone un limite al naturale movimento energetico del bambino è castrazione, in questa concezione se nella vita adulta non riconosco un limite, tutto è possibile, attraverso posizioni narcisiste-psicopatiche. Il nevrotico ha un limite, mentre il perverso ha rovesciato la legge annullando il limite, conta solo il godimento, in questa situazione possiamo raggiungere ogni estremo. Il perverso è il “padrone” del godimento, domina sul proprio piacere, fa un uso volontario del piacere. Tuttavia, la consapevolezza e la capacità di riconoscere il gioco e distinguerlo dalla realtà rappresenta la differenza tra non patologia e patologia, come indicato dal DSM5 sopra descritto. Il radicamento di un individuo interviene nei processi relazionali e ne determina il carattere. Il gioco erotico per una persona sufficientemente equilibrata è simile al gioco dei bambini; se decido di essere Superman, lo sono solo all’interno del gioco. E’ interessante sottolineare come la castrazione, che rappresenta un blocco al naturale procedere del processo di crescita nel fanciullo, soffocondo le sensazioni, ponga le basi per la nascita di un riflesso (perversioni), dove non esiste una struttura di contenimento. Le fantasie si espandono senza confine, senza limite, un adattamento dello psicosoma alla follia. La follia è rappresentata dalla reazione del genitore verso la natura del fanciullo, non possiamo negare o giudicare le sensazioni, possiamo disciplinare il comportamento. La follia inverte l’ordine naturale. Anche da adulti, possiamo sentire un desiderio e anche eccitazione, tuttavia, non siamo autorizzati ad agire in modo incondizionato. Ad esempio, posso sentire gioia per un bel voto ad un esame e contemporaneamente posso scegliere di non esultare subito perchè è presente un mio compagno che è appena stato respinto. Sentire la gioia, la carica energetica che pervade corpo e mente è assolutamente lecito, agire necessita un contatto con la realtà più estesa. Allo stesso modo, un genitore sufficientemente sano e inibito nella sfera sessuale, può sentire un certo disagio nel constatare il flusso energetico della sessualità in erba del bambino, scelgiere di agire una castrazione psicologica a danno del piccolo è indice di non aderenza con la realtà. Nel mondo animale, non umano, il comportamento sessuale è preordinato dall’istinto, nell’animale umano le fantasie offrono una più ampia opportunità di espressione riguardo la pulsione sessuale e rappresentano una grande forza energetica che muove la persona. Il dominio della pulsione offre un senso di potenza, nelle fantasie espressive, come nell’astinenza. Quando il sé (definibile come una struttura centrale che racchiude una serie di componenti personali, consentendo di auto definirci, alla base dell’autostima) è vulnerabile, la pratica perversa tende a ristabilire la coesione interna, in atto scissa. Il cuore e i genitali non rappresentano un flusso in armonia con l’interezza del corpo psichico. Il perverso si eccita mediante la fantasia, la persona non è importante, anche se l’intimità e il riconoscimento non giudicante che genera amore, può orientare il flusso verso un’integrazione: “ti amo perché sei tu e ti desidero perché sei sempre tu nei miei sogni fantastici”. Quando l’armonia completa l’amore, la pulsione sessuale può arricchirsi di esclusività attraverso il piacere. Il piacere è la forza creativa della vita. E’ l’unica forza abbastanza possente da opporsi alla potenziale distruttività del potere. Molte persone credono che questo ruolo appartenga all’amore; ma se l’amore è qualcosa di più che una pura parola, deve basarsi sull’esperienza del piacere (Alexander Lowen, Astrolabio 1984 – pagina di copertina). Questa definizione loweniana é molto profonda e illuminante. Se il piacere del perverso abbraccia la fantasia erotica, l’amore può inglobarla nelle forme che l’intimità amorosa suggerisce. Non possiamo scegliere la perversione che ci accende, possiamo scegliere la persona da amare. Possiamo dare valore ai momenti significativi e emotivamente emozionanti; incontrare nei suoi occhi dolcezza, morbidezza, accoglienza, anche nelle differenze. Se i traumi scolpiscono il carattere, l’amore può illuminare i tratti rimasti in ombra.
Secondo Robert Stoller la perversione è la forma erotica dell’odio; dominio e sottomissione, umiliare e degradare è un tentativo inconscio per convertire abusi, umiliazioni e degradazioni subite nell’infanzia, una rivalsa compensatoria. Il tentativo adulto è di convertire un trauma in un successo attraverso il possesso dell'”anima” del partner. Rovesciare l’umiliazione per tentare di superare la degradazione subita da bambini, per riparare la ferita primaria. In questo modo è possibile ridimensionare la figura originaria che ha abusato il fanciullo (Robert Stoller, Perversione. La forma erotica dell’odio, Feltrinelli, 1978).
Secondo la psicoterapia relazionale, la perversione è funzionale all’evitamento dell’intimità. Alexander Lowen ha definito le difese caratteriali nel rapporto col piacere, inteso come capacità di amare e di intimità. Tra i possibili eventi traumatici troviamo anche la sessualità dei genitori introiettata dal bambino, per come lui l’ha percepita. L’angolo di percezione di un bambino è diverso da quello degli adulti, una pratica erotica può essere piacevole per gli adulti e traumatica per un fanciullo. Secondo (Gabbard 1994) un individuo è perverso solo quando l’atto erotico viene utilizzato per evitare una relazione a lungo termine, emotivamente intima, con un’altra persona. Il comportamento sessuale, invece, non è perverso, quando è a servizio della costituzione di una relazione intima e stabile. Nella sessualità perversa di tipo borderline non vi è coito, la perversione si chiude in se stessa invece che aprirsi ad una relazione sessuale amorosa, come accade nei soggetti nevrotici, dove la perversione è al servizio della potenza genitale. Ricordiamo che il DSM5 Diagnostic and Statistical Manual (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), sgancia il concetto di perversione dal giudizio morale, parla di parafilie, sottolineando che per la definizione di disturbo non è sufficiente che esso sia collegato alla disapprovazione sociale, deve provocare un disagio psichico o sofferenza fisica ad altri non consenzienti o incapaci di intendere o di volere. Ad esempio, l’uso di un frustino nei giochi erotici tra adulti non rappresenta parafilia ma normalità. Se i parafilici non provano disagio (ansia, senso di colpa, etc.) e non provocano nocumento ad altre persone, la perversione non può essere diagnosticata come disturbo. Wilhelm Reich e successivamente Alexander Lowen parlano di perversioni sessuali riferendosi al modello energetico, l’energia necessaria per la perversione deriva dall’energia che non riesce a scaricarsi nell’orgasmo, si tratta di orgasmi parziali, non interamente appaganti. In questa situazione l’esperienza fantastica si rinnova in modo compulsivo ed è difficile sentire un contenimento perché l’astinenza dal comportamento parafilico crea angoscia. Riferendosi al carattere schizoide, Alexader Lowen sottolinea l’impossibilità di un appagamento sessuale, questa difesa non consente un contatto con il proprio corpo, condizione che porta ad un orgasmo parziale, dove l’energia residua può confluire in fantasie perverse.
Nella relazione terapeutica con pazienti aventi fantasie sessuali perverse, il terapeuta può incontrare ostacoli controtransferali. Considerato che tutti abbiamo, con diversi gradi di intensità, desideri inconsci perversi, ogni individuo ha dovuto fare i conti con la perversione. Il terapeuta senza una buona consapevolezza e padronanza di sé, acquisita in anni di analisi personale, è portato a reagisce al paziente come ha fatto con se stesso. Ad esempio: disgusto, soprattutto per i dettagli, indice di un super io che rimprovera; oppure collusione, segnale di estrema comprensione o, ancor peggio, ammiccamento. Il tentativo del terapeuta di reprimere la pulsione porta al fallimento della terapia, l’obiettivo terapeutico è quello di procedere con cura, delicatezza, comprensione di sé e del paziente, per accompagnarlo a sentire anche piacere nel corpo, senza necessariamente accompagnare pensieri perversi. Alexander Lowen nel capitolo 8 del libro “Il tradimento del corpo” spiega come la perversione si sviluppa nel bambino attraverso un particolare rapporto con la figura materna, quando questa esercita controllo e dominio sul bambino allo scopo di educarlo all’obbedienza. Il messaggio profondo convince il piccolo che quello che di piacevole sente nel corpo non va bene, non è accettato. Il bambino naturale diventa perverso per la madre, il piccolo sarà portato a sviluppare una seconda natura, dove la perversione sarà la normalità. Il bambino non sente che i suoi sentimenti naturali sono tollerati, leciti, fisiologici, natuali. Sua madre gli restituisce un mondo perverso, dove il disgusto e il rifiuto per ciò che è manifestazione della natura, si sostituisce all’accoglienza, alla gioia e all’amore. In questo modo, la sessualità naturale e spontanea rimossa dal corpo del fanciullo sfocia nella perversione. Spesso le madri che condizionano questa inversione creando una seconda natura nel bambino sono donne con un brutto rapporto con il proprio corpo e, frequentemente, con un altrettanto rapporto di sofferenza e dolore con il marito. Il genitore che ha ripudiato il proprio corpo e la propria sessualità non tollera il corpo e la sessualità in erba del bambino. Nella fase edipica, lo stesso trauma è possibile nella relazione della bambina con la figura paterna. Considerando che i parafilici tendono a escludere l’intimità, il progetto terapeutico dovrà considerare movimenti energetici per favorire l’intimità.
Alan Shore parla di comunicazione dei due emisferi cerebrali destri tra paziente e terapeuta, il processo che il terapeuta fa nella sua mente passa al paziente. Se il terapeuta sente emozione, comprensione e contenimento empatico in se stesso, questo passa al paziente. Si apre la possibilità di sentire, elaborare i contenuti, contenere e non agire. Nella relazione terapeutica è importante evitare il “buon consiglio del saggio”, allontana da un vero incontro nella relazione di aiuto. Al contrario esiste una domanda utile che il terapeuta può fare a se stesso: Cosa sento che posso fare per questa persona? Quindi, integrare la risposta con quello che sto facendo, seduta dopo seduta.Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
psicoterapia individuale – cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale
psicoterapia di coppia – meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti, conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
psicoterapia di gruppo – di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo
colloquio psicologico – è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico – la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia – inchioda l’individuo, tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di lui
problemi caratteriali, relazionali – bisogno di intimità e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi