l’anziano saggio e il bambino rabbioso

Metafora ispirata dal Congresso SIAB “Trauma e Resilienza, Il sentiero dell’Analisi Bioenergetica” Ostuni (BR), 12 – 14 giugno 2015, interventi di Edson Garlao de Franca

In un villaggio ai confini del mondo la comunità è arricchita dai preziosi consigli di un anziano saggio che vive in una casa nel bosco. Il saggio sa tutto e le persone lo amano per la sua generosità nell’aiutare la gente che si reca da lui per attingere alla sua profonda saggezza. Nel villaggio, tutti parlano con ammirazione di lui e non mancano di passare a trovarlo portandogli doni e intrattenendosi per una chiacchierata. Anche se vive in solitudine, l’anziano è circondato da amore e attenzione.
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Un bambino i cui genitori non mancano di richiamarlo, di svalutarlo e minimizzare ogni sua conquista è profondamente arrabbiato e invidioso del saggio. Lui ce la mette tutta per dimostrare di essere bravo, competente, adeguato e… saggio. Purtroppo i suoi sforzi e la sua energia sono così tesi da non poter nascondere le smorfie di sforzo che deformano il suo bel visino, nel tentativo di sembrare quello che non é. La gente se ne accorge e lo schiva, rinforzando il suo dolore e la sua rabbia. Questo bambino è assetato di amore e di attenzione, tuttavia non riesce ad entrare in contatto con la sua rabbia in modo costruttivo. Invece che migliorare se, ripete nelle sue relazioni, come un sortilegio dal quale non riesce a sottrarsi, la posizione svalutante che i suoi genitori gli riservano. Una parte si se è interamente identificata con la svalutazione e l’invidia nasconde l’ammirazione che alberga nel suo cuore. Se solo potesse sciogliersi, piangere e godere dell’ammirazione per altri significativi, la sua personalità si arricchirebbe, purtroppo non riesce e si trova in una situazione di stallo affettivo.

Decide così di tendere una trappola all’anziano saggio. Ad una festa in suo onore che si svolgerà nel bosco decide di porre al saggio un quesito. Nasconderà dietro la schiena trattenendolo nelle sue mani un piccolo uccellino e chiederà all’anziano:
Il saggio, pensa il bambino, che sa tutto, sicuramente saprà che prigioniero delle mie mani è un uccellino e risponderà: “Un uccellino!”.

A questo punto farò scattare la mia trappola (pensa il bambino rabbioso), gli chiederò: “ma vecchio saggio, l’uccellino è vivo o morto?” Se mi dirà morto, lo mostrerò vivo, se risponderà vivo, lo stritolerò rapidamente nelle mie mani soffocandolo e lo mostrerò morto. In entrambi i casi tutti assisteranno al fallimento del vecchio e in futuro non sarà più stimato e amato come ora.

Giunge il giorno della festa e il bambino in un momento di condivisione dove tutti sono presenti si avvicinò all’anziano saggio ponendogli il suo quesito. L’anziano, come il bambino aveva previsto, indovinò che tra le sue mani era trattenuto un uccellino e a quel punto scattò la trappola mortale, chiese al vecchio con un’espressione diabolica: “Ma l’uccellino è vivo o è morto?”

L’anziano saggio posò i suoi dolci occhi sugli occhi di brace del bambino, fece un profondo respiro e rispose:
Sta a te ucciderlo, oppure portarlo davanti a te, guardarlo con amore, maneggiarlo con delicatezza e lasciarlo libero per volare nel cielo.
Questa metafora rappresenta l’opportunità per ogni individuo di come trattare la sua parte profonda, sofferente, vulnerabile. La parte che più ha sofferto in una persona è la parte più saggia. Possiamo scegliere se lasciarci liberi di intraprendere e seguire il nostro cammino di crescita e di amore, oppure stringere le nostre tensioni in modo da soffocare e distruggere l’espansione personale, che come le ali di un angelo consente di volare nel cielo della vita, con il piacere nel cuore.

” Laddove la risposta di dolore produce un rafforzarsi dell’autocoscienza che separa dagli altri, la risposta del piacere esprime e comporta una diminuzione degli aspetti egoistici. Il piacere va al di là della ristretta prospettiva individuale e nega l’egoismo. Per provare davvero piacere dobbiamo “lasciar andare”, permettere che avvenga ciò che è, permettere al corpo di rispondere con libertà”. Alexander LowenDott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
psicoterapia individuale – cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale

psicoterapia di coppia – meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti, conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari

psicoterapia di gruppo – di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo

colloquio psicologico – è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere

ansia e attacchi di panico – la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali per la sopravvivenza infantile

depressione, calo di energia – inchioda l’individuo, tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di lui

problemi caratteriali, relazionali – bisogno di intimità e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi