Il principio del piacere
L’orientamento primario della vita è quello di cercare il piacere e sfuggire al dolore. Il piacere promuove la vita e il benessere dell’organismo. Ci apriamo al piacere e ci contraiamo in presenza di dolore.
Ma quando la situazione contiene una promessa di piacere unita alla minaccia di una sofferenza proviamo ansia.
(Alexander Lowen, Bioenergetica, Feltrinelli, Milano, 2004, cap. V° – pag. 116)
Nel corso dell’infanzia i bambini possono vedere i genitori non solo come fonte di piacere, ma anche come possibilità di dolore e questa situazione provoca un profondo stato di ansia. L’ansia necessita l’innalzamento, da parte del fanciullo, di difese atte ad attenuarla, ma queste difese diminuiscono anche la vita e la vitalità dell’organismo con la sequenza:
Uno schema di ordine generale che favorisce la comprensione dei problemi della personalità. Dal punto di vista temporale, tanto più l’ansia è precoce, maggiore sarà la sua propagazione nel corpo e la forza delle difese che la contrastano. Se la difesa bloccasse interamente gli impulsi volti alla ricerca del piacere provocherebbe la morte, l’ultima via di fuga dall’ansia. Fortunatamente il “blocco” è solo parziale, ma comunque capace di porre un limite alla vitalità dell’individuo.
Le difese sono diverse secondo le caratteristiche di ogni persona, esiste una loro specificità costante e quindi raggruppabile in tipologie. In bioenergetica i diversi tipi di difese sono definiti “strutture caratteriali”. Il carattere rappresenta uno schema stabile di comportamento e indica il modo in cui la persona orienta la propria ricerca del piacere. Un sistema di negazioni, razionalizzazioni e proiezioni, regolato sulla base dell’ideale dell’io.
In bioenergetica il “motore della macchina biologica”, definibile: “condizione muscolare soggettiva”, è il mezzo per la comprensione della personalità, soprattutto perché ci consente una “lettura” del carattere dalla “lettura” del corpo. Attraverso questa modalità terapeutica è possibile spiegare una situazione fisica collegandola alle sue rappresentazioni psichiche e viceversa.
In sintesi, la sensazione di piacere è un movimento espansivo del corpo, aprirsi ed entrare in contatto; mentre gli atteggiamenti di chiusura, di ritiro e di controllo provocano ansia e dolore.
Chi vive una situazione di piacere manifesta chiari segnali fisici osservabili dall’esterno:
- gli occhi sono luminosi,
- il colorito è roseo,
- la gestualità è armonica e vivace,
- il calore si irradia lungo tutti i confini del corpo.
Il dolore altro non è che l’assenza di piacere e si rivela attraverso manifestazioni opposte:
- gli occhi appaiono spenti ed inespressivi,
- il colorito è pallido,
- la gestualità è disarmonica e priva di spontaneità,
- il freddo interessa più zone del corpo, congelando le sensazioni collegate.
Questi segni producono un effetto sommatorio che limita il naturale fluire dell’energia, l’intero organismo entra in uno stato di contrazione, che rappresenta l’aspetto somatico del dolore.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico, Supervisore
Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147psicoterapia individuale – cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale
psicoterapia di coppia – meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti, conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
psicoterapia di gruppo – di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo
colloquio psicologico – è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico – la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia – inchioda l’individuo, tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di lui
problemi caratteriali, relazionali – bisogno di intimità e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi