In “Paura di vivere”, Alexander Lowen paragona le regole dell’amore al gioco del baseball. Nel baseball il battitore ha tre colpi a disposizione, se li sbaglia tutti e tre è eliminato. Ogni bambino ha a disposizione due dei tre colpi all’epoca della pubertà.
Al primo colpo o meglio al suo fallimento si struttura una profonda sofferenza nel rapporto amoroso con la madre a livello orale. Il dolore per il desiderio non soddisfatto e la sensazione struggente di rifiuto furono strazianti. La testimonianza nella vita adulta della tragedia patita nell’infanzia a livello orale è dimostrata dai sentimenti dei pazienti quando regrediscono a quel periodo, richiamando alla memoria esperienza così antiche: “Dov’eri? Perché non ci sei? Perché mi lasci solo?”, il sentimento sepolto si manifesta. Lo svezzamento prematuro dalla madre, dal suo seno e dal suo corpo, è vissuto come un tradimento. Siamo profondamente provati ma andiamo avanti. Questo primo colpo è stato disastroso per il nostro cuore, ma riusciamo a sopportarlo e continuare a vivere.
Il secondo colpo. A tre anni raggiungiamo lo stadio genitale, quello nel quale eventuali vissuti dolorosi possono strutturare il carattere rigido come posizione difensiva. Stabiliamo una nuova relazione d’amore con il genitore di sesso opposto. Questa importante relazione è collegata al ricordo inconscio di tutti i desideri sperimentati e sentiti nella fase orale, per questo motivo è molto intensa. Purtroppo può capitare che anche questa relazione non rispetti il diritto del bambino di esprimere la propria sessualità e il suo amore sessuale. Nuovamente sentiamo il profondo dolore del tradimento e del rifiuto. I nostri cuori sono ancora strappati, lacerati da questo nuovo dolore. Abbiamo fallito anche il secondo colpo. Ancora un colpo fallito e saremo eliminati. Nel gioco del baseball l’eliminazione riguarda un gioco, nella realtà di un bambino la possibile eliminazione dall’amore è vissuta come la morte. Sentiamo che il nostro cuore non potrà sopravvivere ad un’altra esperienza traumatizzante. A questo punto ci convinciamo (illusione dell’Io) di non avere altra scelta che chiudere il cuore all’amore e lo chiudiamo ben bene in una cassaforte.
La cassa toracica dovrà corazzarsi per meglio prendere la forma di quella cassaforte protettiva. Ci proteggiamo dalla paura del crepacuore rinunciando ad amare, ci proteggiamo dalla paura della morte rinunciando a vivere.
Ma in questo modo anche il crepacuore rimane dentro la cassaforte insieme ai sentimenti e dunque il dolore persiste, l’unica differenza dalla realtà è che non ne siamo coscienti. Abbiamo paura di amare e di vivere pur desiderando disperatamente sia di poter amare che di poter gioire della vita. In alcuni momenti apriamo il nostro cuore, ma non osiamo lasciarlo fuori dalla “cassaforte” troppo a lungo per paura di poterlo vedere distrutto da un ennesimo trauma. Riusciamo a provare amore, ma non ce la facciamo a esprimerlo.
Riguardo la fase genitale/edipica occorre ricordare che i genitori spesso non si limitano a rifiutare la sessualità del bambino. Lo minacciano, soprattutto con gli sguardi e con il tono della voce. (Alexander Lowen, Paura di vivere, capitolo II, pag. 61, Astrolabio, Roma, 1982)
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147 psicoterapia individuale – cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale
psicoterapia di coppia – meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti, conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
psicoterapia di gruppo – di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo
colloquio psicologico – è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico – la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia – inchioda l’individuo, tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di lui
problemi caratteriali, relazionali – bisogno di intimità e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi