i giochi della coppia

I ruoli preminenti che ogni individuo “gioca” all’interno della coppia sono strutture costanti e automatizzate di comportamento che si stabilizzano nella donna intorno ai 20 anni di età, mentre nel maschio l’età media di riferimento è 25 anni.

Questo comportamento produce risposte adatte a soddisfare i nostri bisogni. Il ruolo preminente si realizza mediante modalità e strategie che si attuano attraverso atteggiamenti adeguati al ruolo.

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QUALI SONO I RUOLI?

Secondo il prof. Roberto Cadonati, psicologo e psicoterapeuta, autore di: “I giochi della coppia – Editore: Il Melograno”, i ruoli sono 4.

Tali ruoli, definibili anche strategie di sopravvivenza, sono una scelta di copione strutturata per entrambi i sessi nella prima infanzia e sono:

  • BAMBINO – debolezza,
  • PADRE – guida, forza,
  • ADOLESCENTE – dinamismo, autonomia, contestazione,
  • MADRE – altruismo, affettuosità,

Possono essere vissuti in modo sano ed equilibrato, oppure in modo anomalo e disturbato.

Per anomalo si intende un modo eccessivo, esagerato, oppure scarso, ad esempio: madre possessiva o madre rifiutante. Al bambino si aggiunge il ruolo del bambino represso. Il ruolo di padre eccessivo, sciocca il bambino, il quale non ha la possibilità di esprimersi e quindi si reprime. Emerge che il perfetto equilibrio è impossibile. La normalità è rappresentata da un disturbo contenuto, minimo. In ogni persona prevalgono uno o due ruoli sugli altri. I ruoli sono intercambiabili e nella coppia sana essi si scambiano nel tempo, senza cristallizzarsi “addosso” ad uno o all’altro.

Il padre rappresenta la norma morale, l’autorità e la giustizia. Il padre ha il compito di conservare e tramandare l’esperienza; può essere autorevole, oppure arrogante. Il padre è carismatico, o dispotico; è in grado di imporre le regole con autorevolezza, oppure è necessario il ricorso alla forza. Soprattutto nella situazione del padre, l’orientamento interpretativo del ruolo dipende dal vissuto individuale, da come la figura genitoriale di riferimento è stata “assorbita” durante l’infanzia.

Se un compagno gioca sempre il ruolo di padre, inevitabilmente diventa il padre padrone; una figura che col tempo diventa fastidiosa, ingombrante, antipatica, insopportabile.

La madre ha bisogno di dare, accudire, salvando l’autonomia dell’altro. Il potere sul figlio dipende dalla madre, soprattutto nel primo periodo di vita del bambino.

L’adolescente deve soddisfare il suo bisogno di autonomia, attraverso obiettivi nuovi e possibili. E’ fondamentale nel ruolo di adolescente essere possibilisti e congrui con la realtà. Ad esempio, se l’obiettivo è: poter cambiare il mondo, esso è esagerato, rappresenta una utopia. L’adolescente si scontra sempre con il padre (come ruolo, s’intende).

Il bambino è nella situazione di chiedere senza dare. Dovrebbe chiedere solo quando è necessario, senza abusare. Non deve usare troppo gli altri e non deve approfittare del suo ruolo. In ogni caso il bambino usa gli altri per soddisfare i suoi bisogni. Il bambino che non viene accudito, nonostante i suoi lamenti, si ammala.

  • INTIMITA’ – madre/bambino.
  • LOTTA – padre/adolescente (questo è un ruolo che, se portato ad oltranza, può arrivare allo smembramento, alla separazione e distruzione della coppia).
  • ALLEANZA – stesso ruolo di entrambi i partner, giocato su un obiettivo esterno. Ad esempio: i genitori allevano i loro figli.
  • RIVALITA’ – stesso ruolo di entrambi i partner in competizione, giocato su un obiettivo esterno. Ad esempio: nell’attività professionale, nel lavoro, si gioca a definire chi è più bravo.
  • LA DELUSIONE. La delusione emerge in una coppia quando nessun gioco è possibile e quando il gioco che interessa ad uno della coppia, non si svolge.

Quando un ruolo nella coppia è permanente, la coppia è un vero e proprio disastro. Senza la possibilità di cambiare i ruoli all’interno, non si svolgono i giochi. Quando la coppia, dentro il suo rapporto non trova questi giochi e questi ruoli, li cerca fuori dalla coppia stessa. Ad esempio, l’assenza di lotta, come gioco di coppia, porta alla depressione della coppia stessa, muore il legame ed, inevitabilmente, uno dei due, prima o poi, si ritira. La delusione emerge soprattutto quando il se di uno dei partecipanti della coppia, inteso come questa persona è “dentro”, nega il gioco di coppia perché prigioniero dei suoi conflitti interiori. La negazione del gioco nella coppia è l’appendice esterna della negazione a se stesso di poter giocare, in senso più ampio. La delusione interviene quando i ruoli complementari, (ad esempio: rivalità ed alleanza), sono carenti, di conseguenza i giochi non si possono svolgere con naturalezza e appaiono una forzatura che produce stress.

L’intimità equilibrata è l’effetto di un ruolo piacevole nel dare e nel ricevere, alternativamente e non in modo unidirezionale. Nell’intimità è importante l’accettazione e non il desiderio di cambiare l’altro. La cura, la tenerezza e la libera espressione dei sentimenti sono indispensabili per vivere rapporti sessuali soddisfacenti.

Quello che ostacola l’intimità sono soprattutto: la paura di dipendenza, il bisogno di indipendenza, il timore di esprimere i sentimenti o la propria debolezza. La paura dell’altro può emergere anche per motivi indipendenti dal suo comportamento (ricordi inconsci di esperienze negative, traumatiche, presenti nel passato del possessore della paura). In questa situazione il soggetto non si riesce ad “abbandonare” all’altro e questo crea isolamento nella coppia. L’intimità è ancora ostacolata dalla negazione degli altri giochi, proprio perché il partner cercherà di giocarli fuori dalla coppia.

La lotta si gioca in posizione di attacco e difesa, fuga e rincorsa; in un rapporto di parità. Favorisce l’affermazione della propria identità e della propria autonomia. Si afferma una propria falsa identità (cercando di apparire diversi da quello che si è nella realtà, come indossando una maschera), allo scopo di fare finta che quella reale non esista. A volte si rinuncia alla lotta per paura di perdere l’altro, avviene quando si “sente” la relazione fragile e pericolante. Quanto la lotta è rifiutata nei giochi della coppia, emerge una passività che esalta il ruolo: padre/bambino. Il ruolo bambino giocato con eccesso, rende passivo uno dei due componenti della coppia, portandolo a creare dentro di se sentimenti di rabbia, rancore, tristezza. In questa situazione è facile ammalarsi. Essere sempre d’accordo, senza mai un contrasto, significa nascondere odio e frustrazione. La pace ricercata ad ogni costo, anche al prezzo di rinunciare a se stessi, non è un indicatore di un sano rapporto di coppia.

L’alleanza. L’alleanza è sempre temporanea e dura fino al raggiungimento dell’obiettivo. L’alleanza rifiutata si realizza quando non si riesce a fare nulla insieme che richieda un progetto, come avere dei bambini. Al contrario, quando l’alleanza è troppo importante in una coppia, l’eccessiva ricerca esterna di concretezza e soddisfazione, riduce l’intimità nella coppia; indica la paura di stare soli, si dipende interamente dall’esterno. Ad esempio, in una coppia di genitori troppo concentrata sui figli: quando i figli se ne vanno, i genitori tendono a separasi; proprio perché sentono di avere assolto ogni compito che richiedeva la loro alleanza e l’eccessiva concentrazione sull’obiettivo, negli anni, ha cancellato ogni altro desiderio e interesse per stare insieme.

Rivalità. La rivalità è una competizione che si gioca all’esterno della coppia, l’obiettivo deve essere “fuori”. E’ drammatico quando l’obiettivo esterno è rappresentato da uno o più figli. La coppia rivaleggia per l’affetto del bambino. (Vuoi più bene alla mamma o al papà?). Questo quesito é sempre fuori luogo, è inadatto e assolutamente egoista, sottolinea i disagi all’interno della coppia. Il rischio è che la rivalità si trasformi in lotta strisciante, distruttiva per la coppia. La rivalità è eccessiva quando distruggere l’altro è più importante del gioco stesso. Porta alla fuga o alla malattia di chi perde, sentendosi in un situazione umiliante.

LA DELUSIONE porta sofferenza, solitudine, senso di vuoto e di isolamento. Quando in una coppia cessano i giochi il rapporto finisce. Il partner deluso cercherà fuori dalla coppia la soddisfazione ai suoi bisogni. In questa situazione, solo la soddisfazione esterna può consentire al rapporto di proseguire. Alcune attività di volontariato hanno nell’individuo una funzione compensatoria di giochi assenti all’interno della coppia. Si trasforma in una attività volontaria verso se stessi, si tende a fare le cose perché ci sentiamo in colpa se non le facciamo. Una carenza di competizione in una coppia porta uno dei due a cercare il gioco competitivo fuori dalla famiglia, talvolta in modo ossessivo. Ad esempio, l’attività sportiva quando richiede un eccessivo investimento di tempo, energie e risorse.

Carenza di intimità. Sono noti a tutti noti i casi di amori extraconiugali protratti per decenni, senza scardinare la famiglia “istituzionale”. E’ il classico esempio di come una carenza di intimità consente alla coppia di non scardinarsi, quando se la delusione riesce a controbilanciarsi con un gioco, vissuto all’esterno della coppia. Anche in questo caso, solo la soddisfazione esterna può consentire al rapporto di proseguire, anche solo come legame disperante.

Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Mediatore Familiare
Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147psicoterapia individuale – cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale

psicoterapia di coppia – meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti, conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari

psicoterapia di gruppo – di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo

colloquio psicologico – è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere

ansia e attacchi di panico – la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali per la sopravvivenza infantile

depressione, calo di energia – inchioda l’individuo, tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di lui

problemi caratteriali, relazionali – bisogno di intimità e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi