Nella mediazione “parziale” ci si occupa principalmente dell’interesse dei bambini e si responsabilizzano i genitori per attutire le conseguenze della separazione sui figli. Dalla mediazione “parziale” sono tenuti fuori gli aspetti finanziari e legali della separazione che, invece, vengono curati nella mediazione “globale”. Nella mediazione parziale vengono considerati gli aspetti dell’affidamento, dell’educazione, del tempo libero, dei ritmi delle giornate, delle attività sportive e ricreative, dell’incontro con persone significative per la crescita dei figli.
La mediazione “globale” si occupa, non solo degli aspetti patrimoniali, ma anche di tutte le conseguenze insite nella separazione e nel divorzio.
Nella mediazione “globale”, i figli non vengono trascurati, ma sono ricercate tutte le soluzioni che riguardano la dissociazione coniugale; gli aspetti finanziari, fiscali e patrimoniali della separazione rappresentano motivi aggiuntivi di conflittualità tanto da ripercuotersi sui figli se non vengono gestiti adeguatamente da professionisti preparati. Un apparente accordo rischia di essere compromesso se aspetti pratici della vita di tutti i giorni ed equilibri meramente economici dovessero evocare sentimenti di ingiustizia in uno o nell’altro della coppia. Il sentimento di ingiustizia può provocare rabbia, livore, odio, esattamente il contrario di quanto la mediazione si propone con il suo intervento.
Nella mediazione familiare “globale”, gli operatori che lavorano per la famiglia divengono fidati punti di riferimento, che sostengono le coppie in crisi aiutandole a separarsi adeguatamente dalle cose materiali e dalle persone, limitando gli aspetti traumatici e negativi della conflittualità. Nella mediazione “globale”, sotto il profilo pratico, fra le altre cose, vengono curati i risvolti legali, la divisione dei beni e la corresponsione dell’assegno di mantenimento. Occorre sottolineare che la mediazione globale non si sovrappone in nessun caso all’attività dell’avvocato. Il mediatore fornisce informazioni di carattere legale, ma non può rilasciare pareri e opinioni di nessun tipo, il contrario rappresenterebbe per il mediatore familiare un atteggiamento che inquinerebbe la neutralità cui è tenuto per il buon esito della fase negoziale tra i coniugi e per il suo stesso mandato (la prima regola della mediazione).
Si deve pensare alla Mediazione Familiare in termini di affiancamento e integrazione al contesto giudiziario; non deve essere concepita come percorso sostitutivo o alternativo al sistema legale.
La Mediazione Familiare è un intervento che ottiene migliori risultati quando è il frutto di rapporti di collaborazione e sinergia tra il mediatore familiare e l’avvocato, all’insegna del pieno rispetto delle rispettive competenze e specificità.
Occorre ricordare che i primi testi, a partire dagli anni ‘70 che delineano un nuovo modo di risoluzione dei conflitti, nascono dalle elaborazioni teoriche e dal lavoro di Irving, Coogler e Haynes. A diverso titolo, si possono considerare gli ispiratori di tutti i modelli di mediazione familiare che si sono diffusi in tutto il mondo.
Un ruolo primario, nella storia della mediazione familiare, spetta a James Coogler, inventore di un indirizzo di mediazione strutturata, basato sull’approccio sistemico che prevede, fra l’altro, l’interazione tra avvocato e mediatore.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Mediatore Familiare
Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147psicoterapia individuale – cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale
psicoterapia di coppia – meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti, conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
psicoterapia di gruppo – di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo
colloquio psicologico – è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico – la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia – inchioda l’individuo, tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di lui
problemi caratteriali, relazionali – bisogno di intimità e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi