la psicoterapia corporea

La psicoterapia corporea ha radici quasi altrettanto remote di quelle della psicoanalisi. Lo stesso Freud sul finire del diciannovesimo secolo praticava massaggi ai suoi pazienti. In quel periodo alle persone sofferenti di “crisi di nervi” era prescritta una “cura di riposo”, un soggiorno in una stazione termale e frequenti massaggi, spesso somministrati dallo stesso medico curante. La psicoanalisi ebbe inizio durante un massaggio.

freud

Era la prima seduta, ci dice Freud, in cui saggiava la tecnica delle associazioni libere; massaggiò la sua paziente Emmy Von N. per l’intera seduta e contemporaneamente effettuò una terapia verbale. Ma invece di lavorare sull’ipnosi, come aveva fatto fino ad allora, decise di lasciare che la paziente associasse liberamente; cosa che lei riuscì a fare con ottimi risultati. Era nato il movimento psicoanalitico. Successivamente, Freud abbandonò il massaggio. Pur considerandolo importante si è sempre dimostrato interdetto di fronte all’enigma mente/corpo. Lo lasciavano perplesso il comportamento fisico-mentale dei soggetti ipnotizzati (1904), o il concetto di pulsione, che secondo lui sta “al limite tra lo psichico e il corporeo” (1905, p. 479). In una lezione tenuta a un gruppo di studenti di medicina fa questa straordinaria affermazione che deve averli lasciati sconcertati:

Né la filosofia speculativa né la psicologia descrittiva o la cosiddetta psicologia sperimentale connessa alla fisiologia degli organi di senso, così come vengono insegnate nelle scuole, sono in grado di dirvi qualcosa di utile sulla relazione tra il corporeo e lo psichico…. (1915, p 204). (George Downing, Il corpo e la parola, Astrolabio, Roma, 1995, sezione V° – pag. 328)

Come Freud, anche Georg Groddeck, il primo psicoterapeuta corporeo, praticò a lungo e abitualmente il massaggio ai propri pazienti. A differenza di Freud non lo mise da parte dopo aver cominciato a praticare la psicoanalisi. Convinto dell’efficacia di entrambe le tecniche, la fisica e la verbale, elaborò una modalità terapeutica in cui esse erano utilizzate congiuntamente. Oggi Groddeck viene citato frequentemente insieme a Franz Alexander come uno dei “padri” della medicina psicosomatica. Groddeck aveva sostenuto il concetto di “unità mente-corpo”, anche se la sua elaborazione di questo concetto era forse piuttosto oscura, non lo era l’ardente fiducia che vi poneva. La psicoterapia verbale gli apparve come il naturale completamento del trattamento corporeo, piuttosto che un’attività in competizione; egli massaggiava e psicoanalizzava, facendo assegnamento sia alla sua “testa”, sia alle sue “mani”. Un’integrazione mente-corpo, più volte indicata nel concetto di unità funzionale da Wilhelm Reich e da Alexander Lowen: “La psicoterapia bioenergetica mira all’integrazione dell’unità funzionale psiche-soma e utilizza molteplici tecniche espressive, sia a livello verbale, sia a livello corporeo, sia unendo il verbale ed il somatico: unità funzionale psiche-soma”.

Salvador Ferenczi, pur non avendo mai praticato la psicoterapia corporea, vi si avvicinò con interesse e, grazie all’influenza dello stesso Groddeck, contribuì a porre le basi teoriche. Prima dell’incontro con Groddeck, Ferenczi aveva già cominciato a rivolgere una certa attenzione alle posture, ai gesti, ai movimenti, alle intonazioni della voce dei suoi pazienti; in contrasto con la posizione dell’epoca riguardo al corpo, osservato dall’analista come una specie di nemico. La prima tecnica corporea utilizzata da Ferenczi, la “tecnica attiva”, consisteva nella possibilità per il terapeuta di inibire al paziente un determinato movimento o una particolare postura sorti spontaneamente, per osservare in seguito quale materiale raggiungesse la coscienza. Successivamente, a seguito della collaborazione con Groddeck sfociante in una profonda amicizia, Ferenczi modifica radicalmente la sua tecnica attiva. Incoraggia i pazienti a sperimentare una maggiore consapevolezza dell’esperienza corporea in atto, lasciando che il corpo si esprima attraverso movimenti o posture apparentemente non abituali. Siamo di fronte ad una completa inversione teorica, molto vicina alla pratica clinica bioenergetica, che accoglie tutto ciò che il corpo comunica implicitamente per poi trarne significato nei contenuti e nelle sensazioni soggettive. Un’emersione di “qualcosa dal corpo”. In una fase successiva (1926-1933), Ferenczi approfondisce la sua ricerca attraverso una diversa visione nel modo di affrontare il trauma. Ora gli interventi sul corpo provocano anche stati corporei regressivi, ed è possibile aiutare i pazienti non solo ad incontrare le precoci esperienze dolorose della vita, ma anche a lasciare che lo stato regressivo trovi un suo consolidamento. Una via nella direzione dell’integrazione. Mentre prima lo avrebbe interrotto al momento stesso della sua comparsa, ora lo aiuta a prolungare questi momenti. I risultati sono sorprendenti, ad esempio l’emersione delle violenze sessuali subite. Servirsi del corpo per entrare in contatto con il passato consente l’emersione di storie di violenze con tutte le loro sofferenze. E’ costretto a riconsiderare la concezione, allora prevalente sulla cerchia analitica, secondo la quale i pazienti, quando alludono a questi eventi, stanno solo reagendo alle loro fantasie. Nel 1930 scrive:

In questi ultimi tempi mi sono dovuto infine occupare sempre più di frequente del trauma patogeno stesso. E’ risultato che il trauma è molto più raramente di quanto si credesse la conseguenza di un’elevata sensibilità innata nei bambini, che reagirebbero in modo nevrotico a un aumento del dispiacere magari banale e inevitabile; il trauma sarebbe quasi sempre, viceversa, la conseguenze di un modo effettivamente sbagliato, privo di comprensione e di tatto, lunatico e addirittura crudele di trattare i bambini (1930 p. 391).

Specialmente in fatto di incesto e di violenza sessuale troppi genitori e adulti… giungono veramente a degli eccessi (1930 p. 392).

Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico, Supervisore
Iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
psicoterapia individuale – cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale

psicoterapia di coppia – meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti, conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari

psicoterapia di gruppo – di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo

colloquio psicologico – è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere

ansia e attacchi di panico – la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali per la sopravvivenza infantile

depressione, calo di energia – inchioda l’individuo, tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di lui

problemi caratteriali, relazionali – bisogno di intimità e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi